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Visitare Bologna di notte con un walkman è uno sballo

Un giro notturno per visitare Bologna con l’audioguida Bologna da Sballo e farsi guidare da storie e voci con musicassetta e walkman.

 

Questa volta il postonuovo di cui racconto è quello dove vivo. Bologna è una città dove, si sa, è piacevole camminare tenendo il naso all’insù per lasciarsi prendere dal fascino dei portici, dalle tinte rosse e dai profumi delle osterie.

Questo articolo è però dedicato a chi preferisce scoprire una bella città in maniera più intima.

Bologna da sballo è un modo per visitare la città delle Due Torri con un’ora e mezza di passeggiata notturna guidati da voci del passato. Si tratta di una audioguida che funziona solo sul supporto analogico più famoso di tutti: la musicassetta.

 

Ho deciso di scrivere di questo progetto spinta dalla curiosità di tenere nuovamente un walkman in mano, camminando per strade che credevo di conoscere. Quando si indossano quelle cuffie per visitare Bologna, si fa un salto indietro nel tempo e si viene guidati in un percorso storico, architettonico, urbanistico e umano fuori dal comune. Dimenticatevi di Piazza Maggiore e delle Due Torri perché si scoprono vicoli nascosti ascoltando le storie che gli hanno dato il nome e avvenimenti della Bologna di secoli fa.

Fare un tour del genere diventa l’occasione per scoprire ad esempio perché alcuni vicoli hanno proprio quel nome, l’esistenza di opere di una delle prime scultrici donna italiana che ha lavorato ad uno dei palazzi più belli della città. Fatti insomma che non si conoscevano e particolari che, pur vivendo a Bologna da tanto tempo, non ci si sofferma spesso ad osservare. E ancora ci si può ritrovare ad aguzzare la vista tra i palazzi per vedere spuntare la sommità di una delle tante altre torri sparse per la città o sentire storie del passato raccontate con ironici riferimenti al presente.  

L’audio dura un’ora e venti, poi sta a chi ascolta decidere se estendere la visita usando più spesso il tasto stop per approfondire alcuni passaggi. Non si tratta di una ordinaria lezione di storia, vi spiego il perché grazie al racconto di una delle creatrici di Bologna da Sballo.

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L’intervista ad Angela Casarini

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire innanzitutto il perché di questo nome fuori dal comune, soprattutto per una audioguida.  

Sballo non è necessariamente bere in giro, ma può anche significare togliere qualcosa da un imballo. Da lì poi è nato il ragionamento che ha portato a creare una nuova proposta. Non ci piaceva l’idea di ricreare una forma di turismo di massa con la solida guida seguita da un gruppo. Non che ci sia niente di male, ma volevamo fare qualcosa che si potesse distinguere dall’offerta esistente.

A parlare è Angela Casarini, manager di Bologna da sballo e dell’agenzia di comunicazione Master Key. Dopo essermi fatta un bel giretto tra portici e curiosità bolognesi in una sera di gennaio (si, il giro si può fare anche d’inverno basta che non piova) con il loro walkman, le ho fatto qualche domanda.

Com’è nato il progetto?

Anche se oggi sono più le persone di fuori Bologna ad usare la nostra audioguida, il progetto è stato pensato per i bolognesi, non come un percorso turistico.Volevamo creare qualcosa per far “sballare” meglio la città ai bolognesi che spesso la conoscono superficialmente. Da qui è nata l’idea di realizzare un prodotto accattivante, rintracciando delle chicche e usando una forma particolare di narrazione.

Oggi qualcuno lo chiamerebbe storytelling perché è chiaro che non si tratta di una audioguida classica dove la voce narrante legge un testo fornendo informazioni storiche in maniera asettica. Da chi è formato il team che ha creato il progetto?

La voce guida è quella di Ugo, pseudonimo di Alberto Martini, professore in pensione che ha curato principalmente l’aspetto tecnico. Io ho curato i testi e raccolto le informazioni. Poi lo storico dell’Arte Dott. Massimo Martelli ha validato i riferimenti storici ed artistici contenuti in Bologna da sballo. Infine c’è stata un’opera corale da parte di tutto lo staff per interpretare questo testo. Tra le voci c’è solo un attore professionista, ma il risultato è comunque speciale.

Perché usare come supporto musicassetta e walkman?

Gli oggetti vintage piacciono, ma soprattutto perché il walkman è un simbolo che ci riporta al passato. Un’app o un’audioguida classica sono sicuramente meno coinvolgenti. Rischiavamo di essere uno dei tanti, in questo modo ci distinguiamo con un valore aggiunto che incuriosisce. Alcuni genitori vengono con i figli che non hanno mai visto una musicassetta.

Oltre il walkman, cosa distingue Bologna da Sballo da altre audioguide?

Innanzitutto la tecnica olofonica. L’audio che si ascolta infatti è registrato con la tecnica olofonica che permette un ascolto più coinvolgente perché riproduce i suoni in una maniera che si avvicina molto a quella reale del nostro orecchio. Consigliamo orari poco caotici, altrimenti si perde il valore aggiunto dell’ascolto. Poi il fatto che non è nato come progetto turistico, ma per ragioni filantropiche.

In che senso?

Nel senso che era nato come tentativo di coinvolgere i ragazzi che non sanno come passare la serata e ciondolano con un bicchiere in mano. Pensavo quindi che con un nome come “Bologna da Sballo” li si poteva attirare. All’inizio cercai anche sponsor, i cosiddetti “15 bolognesi da Sballo” che ci mettessero la faccia per ogni lettera di Bologna da Sballo, ma la maggiorparte voleva qualcosa in cambio, mentre l’idea era che si facesse promozione per fare qualcosa di buono. Non ne abbiamo trovati 15 e abbiamo deciso di portare avanti il progetto in maniera indipendente. Siamo stati inseriti nel programma di Bologna Estate 2016, ma senza sovvenzioni.

Dopo le prime fasi, che difficoltà avete ottenuto?

La difficoltà è stata creare e duplicare le audiocassette. Nel 2014, quando siamo partiti, non c’era nessuno in grado di copiare le cassette con questa tecnica olofonica. Alla fine siamo andati a duplicarle a Londra. Forse adesso qualcuno c’è perché la musicassetta è tornata di moda anche da parte di grandi nomi della musica. Resta una cosa di nicchia, come i dischi e i vinili, ma comunque sta tornando.

Come vi trovano le persone di solito e che tipo di utenti avete?

Vale il passaparola. Poi c’è la promozione su Facebook, i portali di eventi a Bologna e Bologna Welcome. Le aziende alcune volte ci contattano per fare degli eventi. Siamo ancora a livello amatoriale, ma le cose si muovono. Rispetto al tipo di utenti, sicuramente il nostro prodotto è rivolto ad un pubblico sensibile che ama viaggiare fuori dal gregge. Inoltre abbiamo sicuramente una maggioranza di donne che vogliono scoprire un nuovo modo di visitare Bologna.

Si tratta di un format esportabile?

Ci abbiamo pensato, ci piacerebbe perché si potrebbe fare in altre città in Emilia Romagna. E’ complicato perché qui lo gestiamo noi in prima persona mentre in altre città si dovrebbe dare in gestione oppure cambiare e andare sul digitale, ma questo la caratterizzerebbe meno. Chi è venuto da fuori spesso ha proposto, ma servono agganci, storici e una grande squadra.

A quando una traduzione in inglese?

Il testo in inglese è già pronto e va recitato in un inglese credibile. Poi sorge il problema di scegliere con quale strumento farlo. L’oggetto vintage attira, ma essendo più raro e delicato diventa più difficile da gestire. Alcune volte gli utenti tornano col walkman rotto e ci viene da piangere perchè questo strumento ha un valore aggiunto notevole. Abbiamo scritto Bologna da Sballo due ed è pronta per essere recitata. Spero che saremo pronti prima dell’estate 2018 con la seconda puntata che sarà più aggiornata della prima, dove ad esempio si citano ancora i lavori di restauro del Nettuno conclusi a dicembre 2017. 

Tre ragioni per visitare Bologna col vostro walkman e la voce di Ugo

Perché ti immergi ed è un’esperienza che vivi con te stesso, ti dimentichi di quello che c’è fuori e ti interfacci con questi personaggi e con delle storie vere, in alcune parti romanzate. A chi ama viaggiare in gruppo non piacerà, ma a chi va di vivere un’esperienza coinvolgente che fa anche fare due risate si, anche perché alla fine non ci si rende conto che è passata un’ora e venti.

Un’altra ragione è il linguaggio che abbiamo usato: non è troppo alto né troppo dialettale, quindi è adatto ai ragazzini che possono girare da soli. Anche per i ragazzi che vengono trascinati dai genitori e poi si coinvolgono e fanno domande, molti di loro non hanno mai visto un walkman. Una volta un bambino piccolo quando gli hanno tolto le cuffie si è messo a piangere.

Infine perché ci pare sia l’unica audioguida del genere che permette di vedere la città in autonomia ed è ciò che non sembra per vivere e ascoltare una storia in maniera singolare.

Visita il sito di Bologna da Sballo

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